L’inquinamento legato alle attività estrattive: il caso dell’invaso del Pertusillo

Il petrolio ha un impatto ambientale molto vario: il petrolio colpisce il mare, i terreni e l’aria in varie fasi del suo utilizzo. In particolare la Basilicata, il "Texas d'Italia", è colpita dalle attività di estrazione petrolifera che vengono effettuate nel territorio regionale e che hanno un impatto sui terreni e sulle acque della regione e di conseguenza hanno un impatto sulla salute e la qualità della vita dei cittadini, e non solo quelli che vivono nelle vicinanze dell’area, come dimostrato dal caso dell’invaso del Pertusillo.
Il Pertusillo: un invaso ad uso potabile contaminato dal petrolio
In Val D’Agri, nel cuore della Basilicata, è situato il Lago artificiale di Pietra del Pertusillo, la cui acqua viene utilizzata per produrre energia idroelettica ma, soprattutto, il 65,6% della quale viene usata per il fabbisogno di acqua potabile dell’Acquedotto Pugliese, il 2,1% per quello dell’Acquedotto Lucano ed il restante 32,3% per irrigare i terreni.Purtroppo, però, la Basilicata, ed in particolare la Val D’Agri dove è situato questo lago, è nota soprattutto per le trivellazioni petrolifere che interessano il territorio della Regione.
I dati
Questa attività estrattiva ha inevitabilmente contaminato il terreno circostante e di conseguenza ha anche avuto un impatto sull’invaso del Pertusillo.
Infatti, mediante analisi di sedimenti dei ricercatori indipendenti hanno trovato quantità di idrocarburi ben oltre i limiti di legge e stranamente superiori ai rilevamenti dell’ARPAB, l’ente incaricato di proteggere l’ambiente in Basilicata.
Tra il 2012 ed il 2013 Albina Colella, Professore Ordinario di Geologia presso l'Università della Basilicata, ha effettuato delle analisi di sedimenti prelevati all'interfaccia
acqua-sedimento nell'invaso del Pertusillo che, su un limite di legge di 60 mg/kg, ha evidenziato valori che, alla foce dei corsi d'acqua che giungono al margine rivolto verso
l'area petrolizzata e alla foce del fiume Agri, arrivano a 120, 230 o addirittura 559 mg/kg, mentre l'ARPAB segnalava valori inferiori a 10 mg/kg in punti molto vicini a quelli
in cui sono state effettuate le analisi da Albina Colella ed arrivava comunque a segnalare al massimo 91 mg/kg alla foce dell'Agri.
Questi idrocarburi non vengono eliminati dal depuratore di Missanello, situato a valle del Pertusillo, e l'Acquedotto Pugliese ha rilevato degli idrocarburi in acque già
potabilizzate provenienti dall'invaso.
Il Pertusillo non è l'unico caso
Foto dell'Invaso di Marsico Nuovo
E l’invaso del Pertusillo, più grande e noto soprattutto per la sua importanza e per quanto sia potenzialmente dannoso per un gran numero di cittadini, anche relativamente lontani da esso per l’uso delle sue acque a scopo potabile, non è l’unico invaso che viene inquinato dalla vicinanza di attività estrattive: lungo i margini del piccolo invaso di Marsico Nuovo, situato a monte di quello del Pertusillo, ad uso agricolo locale, è stato individuato un gruppo di sedimenti ricoperti di idrocarburi con concentrazioni che superano i limiti di legge.
Solo durante la fase iniziale del suo utilizzo, l’estrazione, il petrolio causa ingenti danni all’ambiente e mette a rischio la salute delle persone in tanti modi, come dimostra l’esempio sopra riportato: i cittadini pugliesi che ricevono l’acqua potenzialmente contaminata dall’invaso del Pertusillo potrebbero non sapere della vicinanza della fonte di quell’acqua all’attività estrattiva intensiva che viene effettuata in Val D’Agri.