I giacimenti petroliferi della Basilicata
La Basilicata è detta "il Texas d'Italia" per un motivo, ed in questo articolo presentiamo i luoghi che hanno dato alla regione questo soprannome.
Tempa Rossa
Tempa Rossa è un giacimento petrolifero scoperto nel 1989,situato nell’alta valle del Sauro,nel cuore della Basilicata.
Questo giacimento è particolare per la natura degli idrocarburi presenti e per il suo contesto ambientale, è situato infatti tra il parco regionale di Gallipoli Cognato e il parco nazionale del Pollino.
La valorizzazione di un tale giacimento spetta alla Total, compagnia petrolifera attiva in Italia nell’esplorazione, estrazione e produzione di petrolio.
Il progetto della Total si estende principalmente sul territorio del comune di Corleto Perticara e prevede la messa in produzione di otto pozzi,la costruzione di un centro di trattamento,dove gli idrocarburi estratti,verranno trattati e separati nei diversi sottoprodotti (grezzo,gas combustibile,zolfo e GPL) e successivamente spediti tramite canalizzazioni interrate all’oleodotto Viggiano-Taranto.
Infine questo progetto prevede la costruzione di un centro di stoccaggio GPL,nel comune di Guardia Perticara,
comune poco distante dagli impianti principali.
L’avvio dell’attività è prevista entro quest’anno,ma si fa sempre più concreto il rischio di avere un impianto finito
e pronto a produrre,ma con l’impossibilità di farlo,a causa dell’opposizione sul versante pugliese al progetto.
Infine lo sviluppo di questo progetto riunisce grandi gruppi petroliferi mondiali,infatti al fianco della Total E&P
Italia,figurano Mitsui E&P Italia e Shell.
Il COVA (Centro Olio Val D'Agri)

Il 4 aprile del 2017 la Basilicata aveva avvertito l’Eni di fermare la contaminazione di ferro, manganese e idrocarburi dovuto ad un’avaria nel Centro Olio Val d’Agri dell’Eni verificatasi a febbraio. Per questo provo la Giunta regionale della Basilicata aveva deliberato la sospensione di tutte le attività nello stesso centro olio,dove ogni giorno vengono lavorate decide di migliaia di barili di petrolio.
La Regione,dieci giorni prima della chiusura aveva inviato una leggere da parte del presidente Marcello Pittella (presidente della regione)al gruppo petrolifero perché predisponesse “con immediatezza tutte le misure idonee ad evitare che la contaminazione proveniente dall’area del centro oli di Viggiano(PZ) possa espandersi in direzione Fondo Valle”.
La lettera è stata una conseguenza delle analisi di alcuni prelievi effettuate da tecnici che hanno fatto emergere quantità eccessivaùe di ferro e manganese nelle nostre terre ;in tale lettera sono state chieste anche miglioramenti e più controlli ma senza appositi risultati da parte dell’Eni.
L’impianto dal marzo del 2016 è stato al centro di un’inchiesta penale. Sono state arrestate 58 persone tra le dieci società coinvolte in questo scandalo nelle nostre terre;fu anche disposto il sequestro preventivo di alcune vasche del COVA e di un pozzo di reiniezione.
Come Tempa Rossa e il COVA sono diventati un caso nazionale nel 2016
Le inchieste che hanno riguardato sia il COVA sia Tempa Rossa ed il collegamento tra i due hanno portato alle dimissioni del Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi a causa dello scandalo che l'aveva travolta in seguito a delle intercettazioni telefoniche.
Il Progetto Tempa Rossa era bloccato, ma all'interno della legge di Stabilità nel 2016 era presente un emendamento che avrebbe permesso a questo progetto di essere sbloccato.
Questo emendamento era citato in una intercettazione telefonica che riguardava il succitato (ormai ex-)Ministro che rassicurava il proprio fidanzato, che sperava di ottenere degli appalti per la propria ditta, che l'emendamento (tanto voluto anche dalla Total) sarebbe passato.

La bufera mediatica che venne scatenata dall'evento portò il ministro alle dimissioni.